Quasi alla fine

Quando all'inizio Remo ci ha chiesto se qualcuno avesse avuto voglia di scrivere una story per SISA non pensavo di scriverne una anche io.

Intanto perche ritengo di non essere molto portato per questo genere di cose, e poi vedendo le tante story pubblicate dai colleghi cosi belle e mai scontate o banali, non avrei al tempo saputo davvero cosa dire di piu’. Tuttavia in questi (speriamo) pochi giorni che ci separano da una “nuova normalita’”, durante una delle tante call di lavoro con alcuni dei colleghi, pensando a come sono trascorsi questi due mesi lontano dall’ufficio, e’ affiorato un pensiero secondo me importante: “abbiamo lavorato davvero bene”. Sono stati due mesi in cui la lontananza fisica dall’ufficio, le difficolta’ e le privazioni che hanno investito in generale la vita di ciascuno di noi avrebbero potuto allontanarci ancora di piu, portandoci a interagire sempre di meno, fino a percorrere ciascuno il proprio “cul de sac”, potendo dare facilmente la colpa alla situazione problematica che in fondo ha investito tutti.

E invece no. Non e’successo.

E’ successo invece che tutti quanti ci siamo impegnati, nessuno escluso, per riuscire a lavorare tutti insieme al meglio. In una delle story che sono state scritte prima di questa ho letto che questo periodo sarebbe stato anche una occasione per conoscere meglio noi stessi. E’ vero.

Ecco chi e’ la SISA: persone che trovano nella difficolta’ non una giustificazione per rallentare, ma una motivazione per andare avanti meglio di prima, scoprendo nuovi punti di vista e nuove strategie.

Ricordo che durante diversi Avanti meeting e’ emersa la “comunicazione” come punto da migliorare tra di noi. Penso che in questi due mesi siamo riusciti a comunicare forse anche meglio di quanto facessimo in ufficio, con piu pazienza, comprensione e attenzione verso chi ci vedeva in un piccolo riquadro del proprio monitor, consapevoli delle difficolta’ dovute alla distanza.

Ecco chi e’la SISA: persone che conoscono i propri limiti, e che cercano di trasformarli in punti di forza per migliorarsi.

Ritengo che essersi impegnati a fondo ed essere riusciti a lavorare bene in questo tempo sia stata una preziosa forma di rispetto, non solo verso i nostri clienti e ciascuno di noi verso i propri colleghi, ma anche verso le tante persone che per la natura del proprio lavoro o per le ragioni piu diverse si sono fermate.

La SISA non e’ solo Kägenstrasse, Gewerbestrasse, via Carvina, o la casa di ciascuo di noi. Questi sono soltanto luoghi. La SISA sono le persone che collaborano, persone anche orgogliose, ma di un orgoglio sano che nasce dai valori che abbiamo cercato e fatto nostri. Persone anche con il proprio carattere (e chi non ce l’ha?) che a volte puo diventare spigoloso, ma che quando accade e’ solo per la consapevolezza che un lavoro puo essere fatto meglio e per la volonta’ di farlo meglio.

Mi mancano tutti i miei colleghi. Il desiderio di tornare a rivederci di persona in ufficio e’ tanto, come anche quello di tornare a viaggiare. Mi manca anche di non poter rivedere presto Berlino, le frontiere sono ancora chiuse. Per il momento ci accontentiamo di un piccolo Biergarten improvvisato sul retro della casa. Manca solo la Fernsehturm a svettare in cielo. Poco male, un paio di click su Teams, si imposta uno sfondo personalizzato, ed eccomi in call dal mio ufficio di Alexanderplatz 7, Stadtmitte, Casnate con Bernate.

A presto!

Autore: Giordano Fabbri
Reparto: Sviluppo software
Data: 27.05.2020

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